“Mi scuso per la lunghezza della mia lettera, ma non ho avuto il tempo di scriverne una più breve”: così Blaise Pascal esprimeva l’importanza di una buona sintesi nel 1656. Il riassunto accompagna gli studenti sin dalle prime classi di scuola, quando la maestra chiede di riassumere il brano appena letto in aula, o la professoressa alle Superiori assegna la sintesi del romanzo dato per compito durante le vacanze.
Ma il riassunto è davvero soltanto questo?
Si può ridurre a mera esecuzione di una consegna? La risposta è NO.
Il riassunto assume oggi un ruolo centrale in moltissimi contesti (comunicativi, professionali e personali), dove la capacità di sintesi consente di selezionare correttamente le informazioni, comprendendo così il “nocciolo della questione”. Il mondo del web offre quotidianamente un mare di dati in cui navigare, un mare in cui è però fin troppo semplice perdersi: la ricerca di ogni tipo di informazione comporta la consultazione di moltissime fonti, non sempre qualitativamente valide. La capacità di sintesi si configura quindi anche come capacità di selezionare i dati, di orientarsi in un argomento per essere poi in grado di ri-comunicare un contenuto.
CAPACITÀ DI SINTESI: COMPETENZA FONDAMENTALE
La capacità di sintesi è oggi richiesta in moltissime situazioni: quotidianamente sui social network si è chiamati a scegliere con cura le parole da usare per diffondere dei messaggi (un esempio su tutti: il numero di caratteri limitati su Twitter) o per presentarsi, anche nel mondo del lavoro (come avviene, per esempio, su Linkedin o nella biografia di Instagram).
Rimanendo nell’ambito lavorativo, è spesso richiesta una versatilità che va oltre le proprie competenze specifiche: urge quindi auto-formarsi su numerosissimi argomenti, spesso con pochissimo tempo a disposizione, per essere in grado di “capire di cosa si parla”.
Cosa c’entra quindi il riassunto? Non si può sapere tutto di tutto. Non si può nemmeno imparare tutto di tutto, a maggior ragione in poco tempo. Ecco quindi che ci si affida a tutorial su internet, a sintesi a punti su blog cercati su Google, a video riassuntivi su Youtube: indubbiamente internet risulta essere uno strumento preziosissimo a questo proposito, ma è anche sempre altrettanto valido?
È sempre più necessario saper selezionare le informazioni, riconoscendo la validità delle fonti consultate e delle nozioni fornite. E la capacità di selezione permette di scegliere su cosa lavorare.
Come ci si può allenare alla sintesi? Curando e sviluppando le competenze che stanno alla base della capacità di riassumere.
#1. Comprendere
Per sintetizzare adeguatamente un argomento è (ovviamente) necessario capirlo: come posso cogliere il messaggio fondamentale senza comprendere il senso di ciò che sto leggendo/ascoltando/guardando?
Per fare un esempio, possiamo avere un ottimo testo in cinese, ma se non conosciamo la lingua non saremo mai in grado di capirlo. E dobbiamo conoscerla bene, la lingua: se, per esempio, leggiamo in inglese “it’s raining cats and dogs”, non possiamo certo tradurre “piovono gatti e cani”. In più, nel nostro mondo multimediale siamo abituati a messaggi che non includono solo la parola, ma anche immagini e suoni: la nostra interpretazione tiene conto anche dei segnali non linguistici, per cui una frase non correttamente strutturata può essere interpretata anche grazie alle immagini e al contesto.
Ma in un testo scritto, senza l’ausilio di altri linguaggi, siamo obbligati a scrivere con precisione, affinché il senso di quello che vogliamo dire non venga travisato. Diventa quindi essenziale coltivare la propria competenza linguistica: leggere sempre più articoli, saggi, libri, per affinarla, ed essere quindi in grado di riconoscere un testo ben scritto, non solo dal punto di vista grammaticale, ma anche strutturale. Più io conosco la lingua, più potrò selezionare le fonti qualitativamente, almeno in fase iniziale (il livello di correttezza linguistica e grammaticale non è sempre direttamente proporzionale alla qualità del contenuto… ma permette almeno di valutare quest’ultimo in maniera più comprensibile!).
#2. Informarsi
A cosa serve selezionare le fonti (e, ritornando al nostro argomento principale, riassumere)? A informarsi correttamente.
E la corretta informazione è la base da cui partire per formarsi circa qualsiasi argomento. Selezionare le fonti significa non farsi ingannare da descrizioni fallaci o imprecise: sono purtroppo sempre più diffuse notizie che veicolano mezze verità, con omissioni e tagli oculati, o verità inserite in contesti non congruenti, con l’intento di influenzare l’opinione dei lettori. Saper selezionare significa comprendere a fondo i messaggi che ci circondano, significa essere in grado di acquisire competenze: e, che si parli di studio, di lavoro o di passioni personali, acquisire competenze è sicuramente arricchente (e, a parer nostro, fondamentale).
È essenziale, a tal proposito, abituarsi a contestualizzare sempre le notizie o le informazioni ricevute, per avere a disposizione tutti i riferimenti necessari alla comprensione, e a rivolgersi a fonti il più possibile complete: una visione parziale è già di per sé, appunto, incompleta. E un riassunto incompleto non è, per definizione, un riassunto ben fatto. Per selezionare adeguatamente le fonti è necessario prima di tutto “sapere di cosa si parla”, per circoscrivere la ricerca, ed essere in grado di capire i concetti fondamentali. Un volta selezionata la fonte, potremo approfondire un po’ per poter argomentare a un buon livello e sostenere una propria tesi. Infine (ed è sicuramente la parte più difficile), bisogna essere pienamente consapevoli di cosa ci manca per avere una conoscenza completa della questione: quali siano le lacune da colmare, i concetti da chiarire meglio e cosa integrare per una visione globale.
#3. Informare
Una buona sintesi è, infine, indubbiamente utile per comunicare: la capacità di selezionare i concetti fondamentali permette di fornire all’interlocutore tutto quanto necessario alla comprensione del messaggio che si vuole trasmettere. In un mondo come quello attuale, dove “si legge solo il titolo” degli articoli, la comprensione rapida di un contenuto permette la restituzione dello stesso (e della sua validità) in maniera completa ed efficace: solo se si ha la visione globale di un argomento (acquisibile attraverso la comprensione e l’assimilazione di ogni elemento, come sviscerato nei punti precedenti) si potrà fornire una sintesi accurata e completa, in grado di istruire chi si ha di fronte.
IL RIASSUNTO COME STRUMENTO
Conoscere, informarsi e informare: il riassunto è, oggi più che mai, uno strumento necessario a disposizione di tutti, prezioso per difendersi dal bombardamento di dati a cui siamo quotidianamente esposti.
Riassumere non è sottrarre informazioni e scarnificare un contenuto: riassumere è capire, a fondo, in maniera approfondita. E capire, in ogni contesto, è fondamentale.
Utilizzando le parole del film “L’ultimo Imperatore” (“The Last Emperor”, 1987):
“Words are important. […] If you cannot say what you mean, Your Majesty, you will never mean what you say; and, a gentleman should always mean what he says.”
“Le parole sono importanti. […] Se non sapete dire quello che pensate, non riuscirete mai a sapere quello che dite. E un gentleman deve sempre sapere quello che dice.”
E riassumere significa esattamente sapere ciò che si dice.
#conBignamièpiùfacile